venerdì 10 gennaio 2014

Scarabocchi e Vasco Rossi

A 16 anni presi una cotta per un ragazzo più grande di me. 
Era estate e d'estate sono sempre al meglio. Più rilassata, più simpatica e fisicamente più accettabile. 
Lui 23 e io 16. Non c'è stato mai nemmeno un bacio, ero troppo incapace, ingenua, imbranata, ma ero ricambiata, anzi era lui a farmi la corte, a provarci. Io piano piano mi accorsi di lui, del suo flirtare. 
Era bello sentirsi speciale. 

Quanti anni hai, bambina

Sapeva rendermi felice e l'attimo dopo farmi andare fuori di testa, sapeva farmi incazzare come nessuno mai.
Due caratteri esplosivi... si fa sempre casino.
Ogni volta che, a distanza di anni, sento una canzone di Vasco Rossi la collego a lui, soprattutto una.

Quanti me ne dai, sta sera

La sera quando scrivendomi al cellulare mi faceva arrabbiare prendevo un pezzettino di carta, grande come un post-it e una penna. Iniziavo a scrivere in orizzontale, poi in verticale, obliquo, in cerchio tutti gli insulti, le cose che avrei voluto dirgli, finché il foglio non diventava completamente nero e io calma. 
Ha funzionato tante volte. 

Quanti non ne vuoi più dire, forse non li vuoi "capire"

Ho fatto fuori tanti di quei post-it quell'estate, mentre ascoltavo la cassetta di Vasco Rossi che mi avevi fatto scrivendo i titoli delle canzoni a mano, in ordine, in modo che potessi conoscere per bene il tuo cantante preferito. Ho ascoltato e ri-ascoltato quella cassetta e per paura di rovinarla definitivamente ho fatto anche una copia, tenendo l'originale come il santo Gral. 
Quei bigliettini li ho tenuti insieme alla cassetta in una sorta di nascondiglio segreto dei ricordi.
Quei bigliettini infantili mi servirebbero ancora per sbollire le rogne quotidiane, chissà perché ho smesso.   

Sono il mio ricordo di te, incazzature e tenerezza. 

Eri troppo grande per me, non ero pronta,  era l'estate sbagliata.
Fosse stata la successiva saremmo riusciti ad averci, saremmo riusciti a viverci, ne sono sicura. 
Forse, però, se fosse andata diversamente però ora non sarei qui a pensare a te con tenerezza. Sei un bel ricordo che conservo solo per me, perchè nessuno lo sa veramente ciò che ho provato per te e anche tu lo avevi intuito, ma non ti ho dato troppe certezze. Mannaggia all'orgoglio! Ero Elizabeth Bennet e nemmeno sapevo chi era, all'epoca.

Ho sentito che stai per sposarti. Sono molto felice per te e per lei. Ha trovato davvero un bravo ragazzo, che ragazza fortunata. 
Ti auguro il meglio per il tuo matrimonio, dal più profondo del mio cuore perché te lo meriti. 

Ho solo un rimpianto. 
Non ci siamo mai baciati, sarebbe stato bello regalarti il mio primo bacio.



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