lunedì 27 gennaio 2014

Noi siamo spartani.

L'insicurezza nella mia vita ha fatto sì che fossi il bersaglio di prese in giro e blanda emarginazione, ma sono sopravvissuta,e dovrebbero farlo anche gli altri.
Magari questo post potrebbe risultare impopolare ma è la mia esperienza.

Come persona "di un certo peso" ora, che sono ormai adulta, vorrei potervi dire che le mie insicurezze sono passate.  Ho incominciato male dall'inizio, quando Madreh mi ha dato sto nome assurdo, non Elisa, non Valentina, Serena, Giulia come le altre. Avrei dato la mano sinistra per essere una Giulia qualunque! E la darei anche adesso, forse.
In un epoca in cui si è pienamente consapevoli dei fenomeni di bullismo che dilagano negli ambiti scolastici posso solo dire una cosa impopolare:  Hold on, che sarà mai!

Sappiamo che è sbagliato, perché tutti buonisti pensiamo che la cosa giusta da dire sia "abbasso il bullismo", (che è giusto non fraintendete). Possibile che nessuno si accorga che molti di quelli che lo dicono oggi sono stati ieri i carnefici? Magari pentiti, eh...
Siamo abituati a sentire notizie di ragazzi presi in giro pesantemente a scuola, come è successo a me, oppure via internet, in alcuni casi anche a suon di botte.
Il bullismo non è solo il "bullo" più grande che ti dice dammi la tua merenda o ti picchio, o che ti picchia e basta, che ti fa sentire piccolo piccolo.
Il bullo è anche quel bambino/ragazzino che ti prende in giro perché sei diverso, puoi avere la pelle di colore diverso, la R moscia, la zeppola, avere una macchia enorme in faccia ecc, e non lo soddisfa farlo una volta, due ma il suo gioco è continuare e ancora e ancora e ancora.
Sono ragazzini che pensano per qualche motivo di essere migliori di altri. In casi più gravi questo ha portato a far sì che oggi sia il giorno della memoria mica per caso...

Quello che voglio che vi entri in mente è che ci siamo passati, in molti e siamo sopravvissuti. Hold on!
Sin dalle elementari ho vissuto periodi in cui la discriminazione era all'ordine del giorno.
Dalle bambine che maliziose mi chiedevano se esistevano dei pantaloncini che non mi stessero attillati, a quelli che quando passavo cantavano una una canzone di Max Pezzali con le parole cambiate della quale ricordo solo: "una grassa molto grassa". Credo sulle note di "Una canzone d'amore". Io ho sempre odiato Max Pezzali.
Le insegnanti si mostravano fortemente stupite che io oltre essere grassa timida e ingenua fossi intelligente e me lo facevano notare.
Ad un certo punto è venuta fuori la voce che io rubassi dagli armadietti con la cancelleria messi a disposizione degli allievi, ma ero in quinta per fortuna e pochi mesi e sono andata via. Tanto per chiarire, non ho preso mai nemmeno una gomma da quel dannato armadietto. 

Alle medie le cose non sono che peggiorate, ma avevo capito che il mio cervello avrebbe potuto essere una via d'uscita, una distrazione. Purtroppo era una distrazione per me ma un'insegna luminosa per gli altri. Essere secchioni è un reato alle medie.
Delle medie ricordo poco, affogando nei libri di scienze, arte, storia e matematica le mie mancanze sociali.
Sono stata chiamata troia in più modi e in più dialetti anche se mi vestivo come una catecanda, avevo scoperto da poco cosa faceva una prostituta davvero come lavoro e non avevo mai, mai, tenuto nemmeno per mano un ragazzo. Ma ero un bersaglio, quindi chi se ne frega che lo fossi o no. 
Sono stata chiamata foca. Uno degli insulti che mi brucia di più ancora oggi. Forse perché mi ricorda l'orrenda persona che me lo ha rivolto.
Sono stata additata come spia dei professori e tenuta a debita distanza da quelli che si consideravano i più "fffighi" della classe. 
Ricordo anche che alcuni di questi un giorno mi hanno gettato nello zaino la scatola vuota di preservativi. Oggi penserei: "Che stronzi! Esistono i cestini!" Ma all'epoca l'ho visto come un affronto immane e assolutamente scandaloso come articolo in sé, dato che avevo solo 12 anni. 
La mia cartella era stata considerata la spazzatura meglio della spazzatura stessa. Probabilmente il contenuto era stato usato per fare gavettoni, ma che poi sia stata lasciata la scatola nella mia sacca è stato orrendo. Probabilmente loro ci ridono ancora sopra. Andai dalla prof. di italiano a riportare il fatto e mi disse che se non avevo il pacchetto incriminato poteva fare ben poco, e io per lo spavento, la rabbia e l'indignazione lo avevo buttato nel primo cassonetto fuori dalla scuola, ovviamente. 

Sa solo mio padre quante sere mi aveva trovato a piangere sotto alle coperte quando veniva a darmi il bacio della buona notte, mentre madre se ne stava tranquilla nel suo letto.
Sa solo lui quante volte mi ha proposto di andare da uno psicologo perché mi aiutasse a reagire, e so solo io quante volte ho detto no, che se qualcuno avesse saputo sarebbe stato solo peggio. Forse però a pensarci adesso ne avrei davvero avuto bisogno e ne avrei bisogno oggi per capire di più me stessa e imparare ad accettarmi.

Le superiori sono stati sempre anni bagnati di lacrime, anni di prese in giro alle quali non riuscivo sempre a rispondere in modo arguto, sui quali non mi dilungo.

Quello che dico a tutti voi là fuori è che si sopravvive, magari ne uscirete ammaccati, magari avrete problemi di insicurezza sempre, e odierete i vostri compagni come ho fatto io che sono mai andata alle cene di classe finito il percorso che mi accomunava con loro. Non mi sono mai guardata indietro e non lo rimpiango.
Ora sono una donna forte che ha alle spalle delle esperienze di bullismo verbale, solo verbale per fortuna, per le quali ha sofferto come un cane. Ma ora ho un carattere di ferro, so cosa voglio e cosa no, non ho problemi a lasciare indietro le persone se mi feriscono e che non mi rispettano.

Tutto questo gran parlare di bullismo in modo allarmato di questi tempi mi fa temere che le nuove generazioni cresceranno iperprotette, e deboli. 
Ho sempre pensato che l'usanza di mettere un bambino appeso sopra il vuoto e vedere se piange per scegliere i guerrieri fosse disumano, e lo è, ma forse potrebbe essere visto come la metafora degli anni scolastici. Se li superi, se tieni duro finiscono e sarai più  forte.

Quando sento di vittime di bullismo che si tolgono la vita penso sia un vero peccato, perché sarebbero state persone fantastiche, che avrebbero potuto fare la differenza nel mondo potendo capire in pieno le persone vittime di soprusi in altri paesi e diventare paladini dei diritti civili, o anche solo persone che avrebbero educato i loro figli a non discriminare gli altri. Avrebbero potuto essere persone, umane e non solo gente. 
Quello che vi dico è che non siete soli, pensate che siete una grande comunità, non vi conoscete, non mi conoscete, ma non siete soli.

Noi siamo spartani e siamo forti.

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