giovedì 23 gennaio 2014

L'invidia del pene

Credo di aver avuto sempre l'invidia del pene.
Non prendetevi male, non è un post a luci rosse, ma diciamo la verità comunque lo si chiami attira una certa attenzione. Che siate donne o uomini l'attenzione è tutta lì. 

La mia invidia nasce verso le elementari.
I miei genitori molto saggiamente, o forse no, non mi hanno riempito di tutine rosa, peluche e balle varie. Mi hanno lasciata libera di scoprire che cosa mi piacesse davvero, infatti il mio giocattolo preferito prima dei 5 anni era una ruspa, gialla, con la "pala" che si poteva alzare e abbassare. Adoravo anche il meccano e qualsiasi cosa si potesse costruire o che si potesse fare all'aperto. 
Poi arrivate le elementari dall'esterno arrivano sempre delle influenze. Le maestre, le mamme, le compagne. 
Avevo delle compagne molto femminili, tra diddle (mai avuto uno), fiocchetti rosa e anche se inconsciamente, mi sono adeguata. 
Molto spesso anche i miei dicevano: ma questa cosa non sta bene che la faccia/dica/pensi una bambina. 
Poi volete mette non avere l'appuntamento mensile con le baracche?!
Da allora l'invidia del pene. 
Diciamo le cose come stanno, non solo in Italia ma ovunque, se sei un uomo le chance sono maggiori per qualsiasi cosa. Non sto parlando solo di sport o lavoro, ma anche solo la sicurezza. Una ragazza in giro da sola di notte in una grande città non ci va, un ragazzo sì. 

A parte queste cose nell'ultimo periodo la natura della mia invidia è cambiata. 
E' l'ennesima volta che vengo messa da parte da un'amica, o almeno io la ritenevo tale, per un uomo.

Se non sapete che cosa succede ve lo dico io. 
I due si incontrano, si mettono insieme, e tu ti sorbisci tutte le paranoie, i resoconti dei loro appuntamenti, le ansie perché lui non chiama, gli occhi a cuoricino della tua amica che ti dice che alla fine ha chiamato sono usciti ed è stato bellissimo. Lui che la porta a sorpresa a Parigi per un weekend dopo una litigata furiosa, che le regala una collana di Tiffany, lui che la porta in montagna, le incazzature di quando lui le ha detto che è grassa, che dovrebbe farsi la ceretta che dovrebbe mettersi i tacchi. 
Inferno e paradiso per lei.
Inferno e inferno per me.
Pomeriggi e pomeriggi spesi a sentire tutte queste minchiate, pomeriggi in cui era impossibile attirare il discorso su di te, o anche solo dire due parole che non riguardassero la sua epopea amorosa. 
Così ti passa la voglia di uscire e te ne staresti davvero meglio sul tuo divano a berti un té.

Alla fine però quella che da buca è lei, perché quel giorno va in montagna con lui, in barca, lui la porta alla partita, oppure dorme/ha dormito da lui. 
E poi ti lascia, quasi di punto in bianco perchè tra i suoi, l'università e il suo amore non ha tempo. per .te. 

Così per la seconda volta nella mia volta sono stata lasciata, da un'amica, per un uomo.
Perché sono scema e una buona amica che oltre non sapersi scegliere gli uomini non sa nemmeno scegliersi le amiche.  

E poi mi dite che non devo avere l' invidia del pene?
Freud  disse: "Le ragazze sentono profondamente la mancanza di un organo sessuale di egual valore a quello maschile, esse si considerano inferiori e l'invidia del pene è il motivo principale di un certo numero di caratteristiche reazioni femminili". 

Freud, amico mio, non è l'invidia dell'organo in sé, è molto di più!

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