Piccolo malinconico film francese, uscito a dicembre del 2012 visto praticamente da nessuno, purtroppo, a causa della tematica e ritenuto non adatto ai bambini.
Parla di una città in cui la crisi, il traffico e tutte le magagne dell'uomo sono diventate insopportabili per la popolazione e che quindi non trova altra soluzione se non il porre fine alla propria triste esistenza. Una città n cui sono tristi tutti genitori, figli e anche gli animali.
In una strada un po' appartata l'unico esercizio commerciale non in crisi è "La bottega dei suicidi" dove la famiglia Tuvache gestisce un emporio in cui i clienti scelgono la loro fine. Per i Tuvache va tutto bene finchè non nasce Alain, ultimo genito della famiglia con un brutto vizio: essere felice. Cresciuto un po' Alain non si da per vinto e decide di dire basta alla tristezza del mondo e coinvolge i suoi compagni per realizzare un piano che riporti la felicità.
Il titolo è ciò che stupisce di più in tutto il film. Si parte subito con ben noto il tema del racconto. Il suicidio, tema molte volte scomodo, qui trattato con ironia, un po' macabra ma che addolcisce il tutto. Il film come si può ben pensare è malinconico. Triste secondo me è la scelta di mettere tante canzoni, tutte più o meno simili e tutte con lo stesso ritmo, almeno in italiano, forse in francese hanno più senso. La banalità più assoluta è il signor Tuvache che cade in depressione perchè vede morire un cliente e va da uno psicologo, tedesco, un clichè pazzesco!
Il film è carino ma non sorprende, secondo me. Coraggioso per il tema affrontato, e il modo in cui lo fa ma è poco comparabile ad altri cartoni animati francesi degli ultimi anni come L'illusionista e Appuntamento a Belleville, che sono da considerare dei capolavori e hanno anche disegni nettamente migliori.
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